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Possono i treni pendolari viaggiare sulle linee AV?

Creare le condizioni tecniche perché i treni ad alta velocità e i cosiddetti treni ‘convenzionali’, ovvero quelli con velocità massima inferiore a 200 km/h, possano, in piena sicurezza, utilizzare le stesse linee ferroviarie è l’obiettivo finale del progetto ‘Mixed Traffic’, sviluppato dal gruppo di ricerca Aerodinamica del Dipartimento di Meccanica nell’ambito del Joint Research Center (JRC).

Da più di un decennio, ormai, il tavolo di lavoro del JRC permette a esperti di temi ferroviari sia di ambito industriale che universitario, di approfondire da un punto di vista tecnico i progetti di maggiore interesse per il miglioramento della sicurezza e delle prestazioni della ferrovia italiana. Rete Ferroviaria Italiana (RFI) e Trenitalia, ma anche il costruttore Hitachi Rail Italy, così come l’ente certificatore Italcertifer hanno deciso di cofinanziare e condividere i risultati di un progetto finalizzato a valutare gli effetti delle sovrappressioni che si generano sui treni quando si incrociano, specialmente nei tratti di linea che si trovano all’interno delle gallerie.

Tale aspetto è cruciale sia in termini di carichi aerodinamici che i treni si trovano ad affrontare che in termini di confort e sicurezza dei passeggeri relativamente alla variazione di pressione massima che l’orecchio umano può sopportare prima che si creino lesioni o anche solo disturbi localizzati.

Mentre i treni ad alta velocità sono progettati ‘sigillati’, ovvero isolati dall’ambiente esterno in termini di pressione e temperatura, e devono soddisfare, in fase di omologazione, dei requisiti specifici per limitare gli effetti delle sovrappressioni, in quanto destinati alla marcia sulle linee AV assieme ad altri treni AV, i treni convenzionali non hanno queste caratteristiche. Se questo limite, per i treni convenzionali, non costituisce un problema in caso di incrocio con altri treni convenzionali (ovvero treni altrettanto ‘lenti’), salvo qualche fastidioso colpo di pressione percepito dalle orecchie dei passeggeri durante gli attraversamenti delle gallerie, può invece diventare critico in caso di incrocio con treni ad alta velocità, perché l’entità della sovrappressione che si crea è fortemente influenzata dalla velocità di incrocio e dalle caratteristiche aerodinamiche dei treni.

È per questo che tra le varie attività previste dal JRC c’è quella di misurare le caratteristiche aerodinamiche dei principali treni convenzionali italiani, e parte in questi giorni una campagna sperimentale in linea che prevede un’installazione fissa di sensori di pressione e velocità (per la misura dello spostamento d’aria indotto dal passaggio del treno) in una galleria presa come riferimento, per un tratto di circa 1 chilometro dall’imbocco del tunnel. I sensori rimarranno attivi per un mese e registreranno i passaggi di tutti i treni in circolo sulla linea. Oltre ai sensori tradizionali cablati verrà testato anche un primo prototipo di sensore wireless, alimentato a batteria, sviluppato ad hoc per questa applicazione dai ricercatori del Dipartimento di Meccanica, in grado di misurare la pressione con continuità per più giorni, e di registrare in locale tutti i dati acquisiti.

I dati sperimentali così raccolti saranno poi elaborati per effettuare delle simulazioni numeriche che permetteranno di valutare le condizioni critiche di esercizio e permetteranno di gestire le condizioni di traffico misto e aumentare la capacità della rete ferroviaria italiana AV con interessanti ricadute nel servizio e nell’offerta per il traffico pendolare.