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Innovare la didattica con approcci blended e product hackathon: il progetto PRO HACKIN’

A Novembre 2021 ha preso il via il progetto PRO HACKIN’ (PROduct HACKathons for INnovative product development), un progetto finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Erasmus+. Il progetto si prefigge di sviluppare una metodologia che faciliti l’introduzione dell’hackathon di prodotto nell’erogazione di iniziative didattiche mirate alla formazione di ingegneri industriali, soprattutto meccanici, sia in ambito accademico che in contesti aziendali. Il progetto coinvolge soggetti da 4 paesi: Italia, Slovenia, Croazia ed Austria. È coordinato dall’università di Ljubljana (Slovenia) e vede coinvolto anche il Dipartimento di Meccanica del Politecnico di Milano come partner, assieme all’università di Zagabria e alla Università Tecnica di Vienna.

La prima versione della metodologia è stata sviluppata nel corso del primo semestre dell’AA 21/22, facendo tesoro delle evidenze messe in luce dalla letteratura e sulla base delle esperienze maturate dai partner di consorzio nel corso delle precedenti iniziative svolte in collaborazione, nell’ambito di progetti educativi orientati allo sviluppo di strumenti di E-Learning (e.g. il progetto ELPID).

Nel secondo semestre dell’AA 21/22, invece, i partner del consorzio hanno messo in pratica quanto prescritto dalla metodologia, definendo un programma articolato sulla durata dell’intero semestre, con tre hackathon, ciascuno relativo ad una fase del ciclo di sviluppo prodotto. Allo stesso tempo hanno definito il tema per lo svolgimento di un’attività progettuale con la collaborazione di Siemens Mobility Austria. Il partner industriale ha delineato i contorni di una design challenge su cui i partecipanti avrebbero dovuto cimentarsi per sviluppare soluzioni praticabili ed utili in vari contesti applicativi. Il tema, nello specifico, ha riguardato lo sviluppo di soluzioni per migliorare l’esperienza dell’utente all’interno di un vagone per il trasporto metropolitano di passeggeri.

Ogni ateneo partecipante ha selezionato 10 studenti promettenti per impegnarli sulla design challenge. I 40 studenti selezionati sono stati organizzati in 5 team composti da 8 membri, 2 per ciascuna delle nazioni partecipanti. Lavorare in team internazionali, in un meccanismo pedagogico basato sul Project-Based Learning, ha permesso a tutti i partecipanti di affrontare più sfide nella sfida: gli studenti, infatti, si sono dovuti confrontare con i loro omologhi stranieri in una lingua diversa dalla loro lingua madre per portare avanti le attività del progetto sia in corrispondenza degli hackathon, che in occasione delle riunioni preparatorie. Hanno dovuto inoltre imparare a conoscersi, provando così a valorizzare le diverse competenze dei singoli nella dinamica collaborativa di gruppo.

I primi due hackathon si sono svolti in remoto, con gli studenti che hanno collaborato con i propri omologhi stranieri attraverso piattaforme di comunicazione ed altri strumenti per la collaborazione a distanza per la generazione e lo sviluppo di idee e soluzioni. In queste attività, ciascun team è stato supportato da un coach accademico che ha stimolato i gruppi all’inizio delle attività; aiutato nella definizione di attività e scadenze; rivisto gli elaborati da produrre alla fine di ciascuna fase, prima delle revisioni di progetto svolte con Siemens Mobility Austria.

Il primo hackathon si è articolato su due giorni, con un impegno giornaliero delle ultime 4 ore del pomeriggio. In questa fase, gli studenti hanno cominciato a pianificare lo sviluppo della soluzione attraverso la comprensione dei contorni del problema da affrontare. Hanno studiato diversi scenari su base geografica ed hanno poi deciso su quali città concentrare i propri sforzi, definendo i profili dei passeggeri tipo. È interessante notare che la maggior parte dei gruppi di lavoro si sono voluti concentrare su carrozze operanti in paesi distanti dal proprio contesto geografico, focalizzando l’analisi dei profili degli utenti su paesi come India e sud est asiatico.

Il secondo hackathon, strutturato temporalmente come il primo, invece, ha permesso agli studenti di cominciare a generare idee per rispondere ai bisogni dei propri utenti tipo, gestendo il proprio flusso di lavoro con strumenti metodologici per il concept mapping e per gestire la complessità di un sistema articolato come un convoglio per il trasporto ferroviario metropolitano. Agli studenti è stato richiesto di sviluppare, per ciascun gruppo, tre concept di soluzione da implementare in una carrozza dai volumi predefiniti per migliorare l’esperienza dell’utente.

Così come dopo il primo hackathon, anche in questo caso gli studenti hanno avuto la possibilità di confrontarsi con i coach accademici e con gli esperti aziendali in occasione di revisioni di progetto, pensate per allenare le soft skills di comunicazione e presentazione di contenuti. Sulla base dei feedback ricevuti, i 5 team di studenti si sono poi concentrati sull’implementazione delle proprie soluzioni attraverso un’attività di modellazione virtuale, che si è svolta durante il terzo hackathon.

Questo ultimo hackathon, diversamente dagli altri, ha permesso agli studenti di interagire fisicamente, perché si è svolto in presenza, presso la Technische Universität Wien (TU Wien) a Vienna. Durante la trasferta all’estero, i 10 studenti del Politecnico, accompagnati dal prof. Niccolò Becattini, si sono incontrati con i propri compagni d’esperienza ed hanno anche avuto modo di visitare lo stabilimento di Siemens Mobility Austria, accompagnati dall’esperti dell’azienda che hanno presentato le diverse sezioni della linea di produzione.

Nel giorno seguente, presso i locali del dipartimento di ingegneria e di sviluppo prodotto, gli studenti hanno potuto partecipare ad una lunga sessione di progettazione collaborativa della durata di 12 ore. L’hackathon si è svolto in un’aula informatizzata, dalla quale i membri dei team di progetto hanno potuto utilizzare un sistema CAD collaborativo multiutente e distribuito sul cloud. I risultati di questa attività di modellazione sono stati integrati all’interno di un modello di carrozza che è stato successivamente presentato agli esperti di Siemens Mobility nel corso della terza revisione di progetto e poi nella presentazione finale, che ha visto trionfare il gruppo che ha elaborato una proposta che integra purificazione dell’aria con l’intrattenimento.

Il risultato più evidente di questa attività, tuttavia, è stata la possibilità per gli studenti coinvolti di collaborare con uno degli attori industriali più importanti del settore, in un contesto internazionale e che ha permesso lo sviluppo ed il consolidamento di soft skills che altrimenti non avrebbero avuto modo di far proprie durante un percorso universitario tradizionale. Attraverso l’implementazione della metodologia, si sono potuti mettere in luce gli elementi maggiormente efficaci ed evidenziare potenziali correttivi per le criticità. La metodologia verrà quindi aggiornata e la sua efficacia verrà valutata attraverso la seconda implementazione che vedrà gli studenti riunirsi in presenza presso l’Università di Zagabria nel prossimo anno accademico.