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La riforma della Laurea Magistrale in Ingegneria Meccanica raccontata dal coordinatore

Il Corso di Laurea Triennale in ingegneria meccanica immatricola circa 750 studenti all’anno, mentre il Corso di Laurea Magistrale immatricola circa 400 studenti ogni anno. Stiamo parlando quindi di 3000 studenti attualmente immatricolati in ingegneria meccanica sui 45000 totali del Politecnico di Milano.

Il prof. Francesco Braghin, coordinatore del Corso di Studi in Ingegneria Meccanica, ha intrapreso una riforma epocale della laurea magistrale in ingegneria meccanica che inizierà ufficialmente a settembre 2023.

Abbiamo incontrato il prof. Francesco Braghin e gli abbiamo rivolto qualche domanda.

Cosa ti ha spinto a disegnare questo percorso di studi?

L'ingegneria meccanica è molto cambiata negli ultimi 20 anni. Sia evolvendosi per affrontare nuove e sempre più complesse sfide, sia integrandosi con altre discipline ingegneristiche per produrre innovazione in ambiti di frontiera. Basti pensare al mondo dei MEMS (micro-electro-mechanical systems) o al mondo dell'energia. La nuova laurea magistrale ha affrontato la verticalizzazione dei saperi nonché l'ampliamento dell'orizzonte dell'ingegneria meccanica. Il primo driver ha portato ad aumentare il numero di corsi specialistici da offrire agli studenti mentre il secondo ci ha portati all'introduzione di nuovi indirizzi interdisciplinari e multidisciplinari. Peraltro, devo dire, siamo in ottima compagnia: se ci confrontiamo con i nostri principali competitor accademici internazionali vediamo che il trend di aumentare l'offerta formativa (in termini di corsi e di indirizzi) è già in corso da qualche anno per permettere agli studenti di personalizzare il loro curriculum.

Sono stati proposti ben 18 indirizzi; cosa vi ha spinto a proporre tante specializzazioni?

Il numero di indirizzi rispecchia gli ambiti della meccanica moderna. Per meglio comprendere questi ambiti abbiamo raggruppato gli indirizzi in tre famiglie: quelli relativi alle competenze prettamente meccaniche, quelli relativi alle applicazioni prettamente meccaniche e quelli relativi alle applicazioni interdisciplinari e multidisciplinari. E' una classificazione di comodo in quanto è sempre più difficile distinguere se un'applicazione è prettamente meccanica oppure no. E anche le competenze meccaniche in realtà hanno sempre più bisogno di conoscenze e competenze che si sono sviluppate in altre discipline. Pensiamo, a titolo d'esempio, ai materiali: non si parla più soltanto di leghe metalliche ma sono sempre più utilizzati i materiali compositi o addirittura i metamateriali. Oppure alla data science: come possiamo pretendere di fare innovazione senza sfruttare la quantità sterminata di dati resa disponibile dalla rivoluzione che passa sotto il nome di Industria 4.0? E tra le applicazioni interdisciplinari e multidisciplinari basta citare i micro e nano sistemi o l'ambito della difesa e della sicurezza o l'ingegneria dello sport.

Quale ritieni sarà la risposta degli studenti alla nuova proposta? E quale è stata quella dei docenti?

Partirei dalla risposta dei colleghi: ho riscontrato un grandissimo entusiasmo quando ho chiesto loro di andare in aula a raccontare le loro ricerche di frontiera. D'altronde facciamo questo lavoro perché ci piace affrontare delle sfide irrisolte. E, incredibilmente, a volte riusciamo pure a risolverle! Ma fino a ieri la struttura della laurea magistrale ci impediva di raccontare l'ultima frontiera della ricerca. Con la riforma, invece, grazie alla possibilità per i docenti di proporre nuovi corsi specialistici di taglia ragionevole, si riesce facilmente ad imbastire un corso che racconti questa frontiera. E questo, per la mia esperienza, è quello che attrae anche gli studenti più bravi e preparati. Mi aspetto quindi una risposta positiva anche da parte degli studenti. Ma aspetterei l'avvio della nuova laurea magistrale per dare una risposta definitiva circa l'apprezzamento da parte degli studenti.

Ti ritieni soddisfatto del risultato ottenuto?

Innanzitutto devo ringraziare tutti i colleghi della commissione didattica. Abbiamo lavorato tutti tantissime ore a questa riforma. E ognuno ha contribuito portando la sua esperienza e la sua competenza. Il risultato che vedete è quindi frutto di un lavoro corale che ha messo a sistema anni di esperienza didattica e rapporti internazionali. Quindi sì, sono molto soddisfatto del risultato ottenuto! Ovviamente dovremo ancora fare delle limature, implementare delle procedure robuste, ... ma è sempre così quando si implementa una riforma così impattante e così complessa.

Pensi che sia necessario rivedere anche la laurea triennale?

In realtà sono molto soddisfatto della nostra laurea triennale. Per vari motivi:

  • ha un primo anno comune con ingegneria aerospaziale ed ingegneria energetica evidenziando così la base comune di queste ingegnerie
  • fornisce una preparazione dell'ingegnere meccanico di tutta eccellenza, riconosciuta a livello internazionale sia dai colleghi accademici che dalle aziende che assumono i nostri laureati
  • permette ai nostri studenti di fare un'esperienza presso aziende

Ovviamente si possono fare dei piccoli miglioramenti. E ci stiamo pensando. Ma non anticipo nulla per non rovinare la sorpresa.